sabato 16 maggio 2020

STEP #7 - Una poesia

Voglio presentarvi oggi una poesia dedicata al mezzo di trasporto più comune ed utilizzato al giorni nostri, ovvero l'automobile. L'autore è Filippo Tommaso Marinetti, padre della corrente futurista in Italia, che pubblica questo componimento nel 1908. Nei suoi versi il poeta loda questo simbolo del progresso e della tecnica e descrive anche tramite suoni onomatopeici le forti emozioni che prova a bordo della sua automobile. Dobbiamo infatti dire che se ai giorni nostri è molto comune spostarsi a bordo di tale mezzo, all'epoca del poeta (primi anni del 1900) tale invenzione era un'assoluta novità, ragion per cui le sue parole trasmettono ancora di più la sensazione di euforia legata al fatto di spostarsi a gran velocità (il tema della velocità fu appunto molto caro ai futuristi).

Di seguito riporto un estratto della poesia "All'automobile da corsa" di Filippo Tommaso Marinetti, tratto dalla raccolta Lussuria-Velocità (1921):


"Veemente dio d’una razza d’acciaio,
Automobile ebbrrra di spazio,
che scalpiti e frrremi d’angoscia
rodendo il morso con striduli denti...
Formidabile mostro giapponese,
dagli occhi di fucina,
nutrito di fiamma
e d’olî minerali,
avido d’orizzonti e di prede siderali...
io scateno il tuo cuore che tonfa diabolicamente,
scateno i tuoi giganteschi pneumatici,
per la danza che tu sai danzare
via per le bianche strade di tutto il mondo!...
Allento finalmente
le tue metalliche redini,
e tu con voluttà ti slanci
nell’Infinito liberatore!
All’abbaiare della tua grande voce
ecco il sol che tramonta inseguirti veloce
accelerando il suo sanguinolento
palpito, all’orizzonte...
[...]
Urrrrà! Non più contatti con questa terra immonda!
Io me ne stacco alfine, ed agilmente volo
sull’inebriante fiume degli astri
che si gonfia in piena nel gran letto celeste!"

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