Mitologia greca
Nella mitologia greca il tema del trasporto possiamo ritrovarlo nel famosissimo mito del cavallo di Troia, cioè la macchina da guerra ideata da Ulisse per porre fine alla guerra contro i troiani, la quale era ormai in stallo da dieci anni. I greci finsero di arrendersi a conquistare la città e di tornare nella madrepatria, lasciando sulla spiaggia un enorme cavallo di legno, posto lì per placare gli dei e favorire il viaggio di ritorno in Grecia. All'interno del cavallo erano però nascosti i più forti e valorosi guerrieri greci, guidati da Ulisse stesso. I troiani, ignari dell'inganno, trascinarono il cavallo all'interno delle mura, nonostante Laocoonte e la profetessa Cassandra avessero consigliato di non farlo. Ad un certo punto comparve un greco di nome Sinone, il quale convinse il re che il cavallo era un regalo e, anzi, che se lo avessero in qualche modo danneggiato, l'ira della dea Atena si sarebbe abbattuta su di loro. Di notte, mentre i troiani dormivano, i greci uscirono dal cavallo ed aprirono le porte della città ai propri compagni. Questi, dopo essersi nascosti con le loro navi dietro un'isola vicina chiamata Tenedo, erano di nuovo sbarcati sulla spiaggia di Troia. Penetrati nella città, i greci colsero di sorpresa i troiani, che furono facilmente sconfitti. Infine Troia fu data alle fiamme.
Possiamo quindi osservare che il cavallo di Troia è stato il fondamentale mezzo di trasporto che ha permesso ai soldati achei di penetrare nella città e di porre fine alla sanguinosa guerra.
Piccola curiosità: sembrerebbe che il cavallo di Troia fosse in realtà una nave; per saperne di più potete dare un'occhiata qui.
Modello del cavallo di Troia utilizzato sul set del film Troy. |
Mitologia romana
Nella mitologia romana il tema del trasporto può essere individuato nella figura di Caronte, colui che traghettava da una sponda all'altra del fiume Acheronte le anime dei defunti. E' iconica la sua presenza nell'Eneide di Virgilio, di cui riporterò un passo:
terribili squalore Charon, cui plurima mento
canities inculta iacet, stant lumina flamma,
sordidus ex umeris nodo dependet amictus.
ipse ratem conto subigit uelisque ministrat
et ferruginea subuectat corpora cumba,
iam senior, sed cruda deo uiridisque senectus."
"Caronte custodisce queste acque e il fiume e, orrendo nocchiero, a cui una larga canizie invade il mento, si sbarrano gli occhi di fiamma, sordido pende dagli omeri il mantello annodato. Egli, vegliardo, ma dio di cruda e verde vecchiezza, spinge la zattera con una pertica e governa le vele e trasporta i corpi sulla barca di colore ferrigno."
(Virgilio, Eneide, VI, 298-304)
Sitografia:
Nessun commento:
Posta un commento