lunedì 25 maggio 2020

STEP #13 - Il settecento e il primo trasporto aereo



Cari lettori, ben ritrovati. Il tema di oggi sarà quello di spiegarvi di come la grande evoluzione tecnologica avvenuta nel corso del 1700 ha influenzato radicalmente il concetto di trasportare. In particolare farò riferimento all'episodio dedicato al primo trasporto aereo e a un'invenzione che ha permesso di trasformare il sogno dell'uomo di volare in realtà.

In questo arco temporale di boom tecnologico si inserisce un evento particolare: per la prima volta, il 14 dicembre 1782, un aerostato, che sarebbe stato poi in grado di trasportare l’uomo in quota, vola per circa 2000 metri. 

Si tratta dell’invenzione della mongolfiera, che prende il nome dai fratelli Joseph Michel e Jacques Étienne Montgolfier.

Il 3 giugno del 1783 l'aerostato fu fatto volare per circa due chilometri nella prima dimostrazione pubblica ad Annonay. Il volo durò dieci minuti e raggiunse l'altitudine di 1.600-2.000 metri. Una seconda ascensione fu effettuata il 17 agosto dello stesso anno dai fratelli Robert.

Il 19 settembre del 1783 l'"Aerostate Révellion" (come lo chiamò Jacques Étienne Montgolfier in onore dell'amico industriale Jean-Baptiste Réveillon) fu fatto volare trasportando i primi aeronauti viventi: una pecora, un'oca ed un gallo, collocati in un cesto appeso alle corde del pallone.
  
I fratelli Montgolfier
                        La mongolfiera, la storica invenzione dei fratelli Montgolfier


Il 21 novembre del 1783 Pilâtre de Rozier e il marchese d'Arlandes realizzarono il primo volo libero umano, coprendo in venticinque minuti una distanza di circa nove chilometri a una quota variabile intorno ai cento metri di altitudine, sui tetti di Parigi. 

Il primo esperimento aerostatico a Torino fu eseguito l'11 dicembre del 1873, con un piccolo pallone, senza alcun equipaggio. Il volo durò all'incirca sei minuti, prima che scomparisse tra le nuvole. L'esperimento fu condotto da Roberto de Lamanon, Carlo Antonio Galleani-Napione di Cocconato e Giuseppe Amedeo Corte di Bonvicino, tutti soci dell'Accademia delle scienze di Torino.


Bibliografia
Storia delle macchine, Tre millenni di cultura tecnologica di Vittorio Marchis

Sitografia

domenica 24 maggio 2020

STEP #12 - Opere ingegneristiche nel medioevo

Si sa poco sugli architetti-ingegneri del periodo medioevale anche perché non tutti hanno lasciato testi scritti, tuttavia vennero commissionate loro realizzazioni di chiese, cattedrali e fortezze. Nelle opere di Konrad Kyeser (Bellifortis, 1405) e di Mariano Daniello di Jacopo, detto Taccola (De Ingeneis, 4 volumi a partire dal 1427, e De rebus militaribus 1449) si trovano le novità dell’ingegneria meccanica medievale: oltre alle armi e dispositivi militari, vi sono anche pompe, mulini e macchine per il sollevamento, dove trovano applicazione anche pulegge e ingranaggi. In tali opere si descrivono anche applicazioni con manovellismi di spinta (sistemi biella-manovella).

In particolare, per spostare e trasportare, tra i sistemi ipotizzati da Taccola troviamo un sistema atto a spostare obelischi, la cui immagine viene di seguito riportata.

Macchina per spostare obelischi

Nel manoscritto De ingeneis troviamo tra le altre cose la rappresentazione di un argano azionato dall’uomo (vedasi rappresentazione sotto).

Argano a saliscendi azionato da uomo

Filippo Brunelleschi (1377-1446) oltre ad essere un famoso architetto, può essere considerato il capostipite degli ingegneri del Rinascimento, in quanto, oltre a realizzare opere architettoniche, si ingegnò a realizzare macchine necessarie al sollevamento, allo spostamento ed al trasporto dei materiali da costruzione (vedasi immagine sotto). 

Gru di Brunelleschi


Nel periodo rinascimentale sicuramente si erge su tutti Leonardo da Vinci (1452-1519) che è stato l’artefice della realizzazione di innumerevoli opere ingegneristiche che trovarono applicazione sia nel mondo militare sia nel civile.

Leonardo, anche se molti documenti sono andati perduti, ci ha lasciato una eredità letteraria notevole con molte decine di quaderni e taccuini fittamente riempiti di note e disegni i risultati di mezzo secolo di riflessioni, di progetti e di esperienze artistiche, tecniche e scientifiche.

Alcuni di questi manoscritti conservano la composizione originaria, altri, come il Codice Arundel e il Codice Atlantico, sono il risultato dell'assemblaggio, dopo la morte di Leonardo, di fascicoli originali, smembrati da collezionisti per formare raccolte di fogli tematicamente omogenee.

Anche Leonardo, oltre ad altri ingegneri del Rinascimento, trai quali il precedentemente citato Mariano di Iacopo detto il Taccola e Francesco di Giorgio, s’interessò allo sviluppo della “tecnologia dell’acqua” e contribuì all’affermazione del “motore idraulico”.

Nel Codice Atlantico vi è la rappresentazione di strumenti atti a sollevare acqua (rappresentazione sotto)

Rappresentazione di strumenti atti a sollevare acqua

Nel Codice di Madrid I vi è lo studio dei diversi modi per trasportare un carico (rappresentazione sotto)
Diversi metodi di trascinamento di un carico

Un altro esempio che possiamo aggiungere, nella realizzazione di ambiziosi progetti, è rappresentato dal trasporto e dall'innalzamento di un obelisco in Vaticano, organizzato nel 1586 da Domenico Fontana. Questa operazione fu preceduta da un vivace dibattito pubblico sulle tecniche più opportune da impiegare.

Nel 1586 innalzò l'obelisco di Piazza San Pietro (Obelisco Vaticano) di cui fa un resoconto nel libro Della transportatione dell'obelisco Vaticano e delle fabriche di Sisto V (Roma, 1590). Inoltre usò la sua conoscenza della statica, che destò allora lo stupore universale, nell'innalzamento di altri tre obelischi antichi in Piazza del Popolo (Obelisco Flaminio), in Piazza di Santa Maria Maggiore (Obelisco Esquilino) e in Piazza san Giovanni in Laterano (Obelisco Lateranense). 

Illustrazione del metodo con cui Fontana eresse nel 1586 l'obelisco Vaticano